Prima regione in Italia, la Lombardia avvia una linea diretta tra i pediatri di famiglia e i servizi di neuropsichiatria infantile. Regione Lombardia ha infatti dato formalmente avvio al progetto REAL (REte di coordinamento per il disturbo dello spettro Autistico in regione Lombardia). “La forza di questo progetto è la realizzazione di una rete virtuosa e sinergica che fornisce risposte rapide ed efficaci. La stretta alleanza fra strutture ospedaliere e territoriali, come ad esempio il medico e il pediatra di famiglia, è la declinazione concreta del valore del prendersi cura della persona, partendo dai più giovani, dalla fase diagnostica ai percorsi successivi", spiega l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera.
Sul tema dell’autismo Regione Lombardia ha recentemente messo a disposizione 1,5 milioni di euro, aggiuntivi rispetto a quelli già stanziati, per affrontare istanze ritenute prioritarie insieme agli stakeholder di riferimento e alle associazioni dei genitori che vivono ogni giorno questa realtà. Il progetto "Real" si colloca all’interno delle progettualità finanziate dal Ministero della Salute e coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità finalizzate a far crescere in tutto il territorio italiano un miglior coordinamento per l’individuazione e la successiva presa in carico precoce dei bambini con autismo.
“Obiettivo finale sarà istituire in ogni regione e provincia autonoma italiana una rete di coordinamento dei servizi territoriali per un tempestivo riconoscimento, diagnosi e intervento precoce attraverso programmi di formazione specifici e l’implementazione di un protocollo di sorveglianza sia nella popolazione generale che nelle popolazioni ad alto rischio quali i prematuri e i fratellini di bambini già diagnosticati con un disturbo dello spettro autistico”, spiega Maria Luisa Scattoni, coordinatrice dell’Osservatorio nazionale autismo e del Network Italiano per il riconoscimento precoce dei disturbi dello spettro autistico dell’Istituto Superiore di Sanità.
Verrà quindi istituita una rete tra le neuropsichiatrie infantili delle aziende sanitarie locali, le pediatrie di famiglia e di libera scelta, le terapie intensive neonatali, gli asili nido e le scuole dell’infanzia, anche grazie al coordinamento di un “centro pivot” regionale, identificato nell’IRCCS Medea di Bosisio Parini (Lc). Obiettivo il riconoscimento precoce, la diagnosi tempestiva, la formazione, il monitoraggio e la raccolta dei dati clinici dei soggetti a rischio.
Il primo step sarà la messa a punto di un modello di azione per l’individuazione tempestiva dei bambini tra i 18 e i 24 mesi a rischio evolutivo per questo disturbo del neurosviluppo, attraverso una sorveglianza dei neonati a rischio (nati prematuri e piccoli per età gestazionale) e dei fratellini di bambini già diagnosticati con autismo, ambiti dove il rischio è più alto rispetto alla popolazione normale. Il tutto in stretta continuità e collegamento con il network NIDA, istituito e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e composto dai principali centri clinici ed istituti di ricerca dedicati ai disturbi dello spettro autistico. Lo screening verrà avviato all’interno di un percorso di sorveglianza pediatrica sui processi del neurosviluppo durante i bilanci di salute, anche attraverso l’uso di uno strumento standardizzato reso disponibile su una piattaforma web: lo scopo è individuare i bambini a rischio già al bilancio di salute dei 18 mesi e inserirli tempestivamente in un programma di intervento terapeutico personalizzato.
"Il progetto verrà inizialmente sperimentato in due ATS differenti (Città di Milano e Insubria), coinvolgendo i servizi di Neuropsichiatria Infantile e le Terapie Intensive Neonatali della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e della Azienda Socio Sanitaria Territoriale Valle Olona, con l’obiettivo di estenderlo alle tante realtà presenti sul territorio regionale", spiega Massimo Molteni, direttore sanitario del Medea.
Perno facilitatore di questa rete territoriale sarà appunto l’IRCCS Medea di Bosisio Parini. “Attraverso la piattaforma WIN4ASD, già sperimentata in un percorso di ricerca, metteremo a disposizione strumenti per la sorveglianza del neurosviluppo -prosegue Molteni-. Puntiamo ad avere una fast track, una linea diretta tra i pediatri di famiglia e i servizi di neuropsichiatria infantile, per garantire la continuità di cura”.