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incisioni rupestri

Arte Rupestre della Valle Camonica

La Valcamonica possiede una delle più grandi collezioni al mondo di petroglifi preistorici: oltre  centoquaranta mila simboli e figure scolpite nella roccia nell’arco di circa otto mila anni, raffiguranti temi legati all'agricoltura, la navigazione, la guerra la magia. Le incisioni rupestri della Valcamonica inserite nel 1979 come  primo sito italiano, nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, rappresentano un luogo di fascino unico dove l’uomo e l’ambiente hanno interagito fin dalla Preistoria, caratterizzandola come “La Valle dei Segni”.
La Valle dei segni può contare su un patrimonio distribuito lungo l’intera valle (tra le province di Bergamo e Brescia) che comprende oltre 180 località sparse su 24 comuni per un totale di oltre duemila rocce istoriate. Attualmente sono otto i parchi che permettono di andare alla scoperta della Valle dei segni e della sua storia: una storia scritta sulla pietra, dove è possibile ammirare cacciatori, guerrieri e contadini, carri, aratri, cavalli, buoi, uccelli acquatici, capanni e torri medioevali. Le raffigurazioni sulle rocce tratteggiano momenti della vita quotidiana degli abitanti delle valli, scene di culto o di danza.
Il grande ciclo dell’arte camuna va dalla fine del Paleolitico superiore alla fine del I millennio a.C. Ma la pratica di incidere le rocce prosegue anche dopo la conquista della valle da parte dei Romani, giungendo fino all’epoca medioevale e moderna. Informazioni sui parchi, gli orari di apertura, le visite guidate e tutte le notizie relative al sito Unesco sono disponibili a questo link

Partendo dalle sponde del lago d’Iseo e risalendo la Valcamonica lungo il fiume Oglio, il primo sito che si incontra è il Parco Comunale delle incisioni rupestri di Luine dove si possono ammirare le più antiche incisioni rupestri del ciclo camuno, risalenti al periodo del mesolitico, divisi in tre percorsi diversi. (qui le informazioni sul parco). A eseguire le prime incisioni furono, probabilmente, cacciatori seminomadi che hanno abitato nella valle ricco territorio di caccia sul finire delle grandi glaciazioni. Successivamente la zona venne abbandonata per poi tornare a popolarsi e diventare luogo di culto e incisione verso la fine del Neolitico e soprattutto durante l’età del Bronzo e del Ferro.
A questo link le informazioni sull’accessibilità.

Risalendo la valle si arriva alla Riserva naturale delle incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo, Paspardo (qui le informazioni sulla riserva).
Si tratta dell’area archeologica protetta più grande della Valcamonica, con oltre 550 pietre incise, distribuite su una superficie di circa 300 ettari. La visita parte dal Museo didattico della riserva, con sede nel comune di Nadro, da dove è possibile proseguire per uno dei tre percorsi di vista che attraversano il parco: il percorso circolare di Foppe di Nardo, Campanine di Cimbergo (famosa per l’alta e finora unica concentrazione di arte rupestre di età storica) e l’area archeologica di Paspardo (a sua volta divisa in diverse sotto-aree a causa della grande estensione). Il sentiero Sottolajolo è stato ideato per rispondere alle esigenze delle persone con ridotte capacità visive e motorie, si percorre in circa mezz’ora

Alle porte del comune di Capo di Ponte (Brescia) è possibile visitare il Parco archeologico nazionale dei Massi di Cemmo. Si tratta di due grandi blocchi di pietra identificati come  “Masso 1” e “Masso 2” su cui sono ben visibili diverse raffigurazioni di animali (stambecchi, cerbiatti, canidi, branchi di lupi,…), scene di caccia e figure umane stilizzate, alcune delle quali armate (ascia, alabarda, pugnali). Sul “Masso 2” inoltre si possono ammirare due celebri raffigurazioni legate a due delle principali innovazioni tecnologiche del III millennio a.C.: un carro a quattro ruote piene e un aratro. A questo link trovate le informazioni sul parco e a questo link le informazioni sull’accessibilità

Infine non può mancare una visita al Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica (Mupre) dove è possibile conoscere e approfondire vari aspetti della vita quotidiana dei popoli che hanno abitato la valle nel corso dei secoli. Una ricostruzione avvenuta negli ultimi 30 anni, grazie ai numerosi scavi archeologici e alle ricerche condotte in valle. A pian terreno è possibile ammirare le numerose stele e i menhir istoriati provenienti da santuari megalitici dell’età del Rame (IV-III millennio a.C.) al secondo piano sono state ricostruite capanne del Paleolitico Superiore (oltre 13mila anni fa) e insediamenti stagionali del Mesolitico legati a pratiche di alpeggio e transumanza.
A questo link trovate le informazioni sul museo e a questo link le informazioni sull’accessibilità.


"Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Lombardia con l'utilizzo dei fondi del Ministero dello sviluppo economico".

 

L'arte rupestre della Valle Camonica

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